Non c’è dubbio che ritmi biologici e differenze di genere negli ultimi anni abbiano acquistato nuova importanza e visibilità, sia nel pubblico laico che nel mondo della ricerca. L’assegnazione del Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina agli scopritori dell’orologio biologico (2017) e la approvazione dal nostro Parlamento della prima legge in Europa in tema di applicazione e diffusione della Medicina di genere (2018), hanno giocato un ruolo estremamente importante. Attenzione però, questo se si considerano come entità singole. Se prendiamo il motore di ricerca più comunemente usato, PubMed, e digitiamo ‘circadian rhythm’, ‘gender differences’ e ‘sex differences’ troviamo, rispettivamente: 83289, 238.266 e 287.401 items. Ma appena proviamo a combinare assieme ‘circadian rhythm’ e ‘gender differences’ o ‘sex differences’, il numero crolla a 1356 e 1902. La ricerca è ancora povera sotto questi aspetti, ed anche l’eccellente review in tema di medicina circadiana pubblicata l’anno scorso sul New England Journal of Medicine non faceva riferimento a differenze di sesso/genere.

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